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Storia de cordel

TRUCE DELITTO DI UNA  MADRE

 

Composizione di Decimo Baldi

 

Popol, se ascolti mie parol leggiadre,

io ti descrivo una tremenda scena,

ti parlerò di una barbara madre

col cuor peggio di tigre e d'una iena

Sopra la terra,

se mi state a sentir,

mai è successo un fatto

uguale a questo qui.

 

Questa di nome l'è Ferri Verdiana

e il suo marito si chiama Bastiano

sta nei dintorni della Garfagnana

in un paese detto Putigliano

Marito e moglie,

così vien detto almen,

ed un suo picciol figlio,

Gigino di anni tre.

 

Il suo marito faceva il muratore

e tutti i giorni a lavorare andava.

pria di partire a la sua moglie in cuore

il suo bambino le raccomandava

e le diceva:

Ad altro non pensar

Bada al nostro Gigino

e fai da desinar.

 

Disse la sposa: A niente non pensare

vedrai del bimbo ne tengo di conto

e quando tornerai di lavorare

il desinare sarà tutto pronto.

Ma il giorno stesso,

com'io dico il ver,

ascolta, grata udienza,

che cosa questa fe'.

 

Circa le nove il figlio ebbe levato

dal letto e poi lo venne a trascurare,

il quale, essendo un poco malazzato,

piangeva e non volevasi chetare

Se non ti cheti,

sua madre disse allor

ti cuocio nel paiolo

e poi ti mangio il cuor.

 

Ma il povero bambino non pensava

che sua madre gli desse trista morte,

quindi a tali parole non si chetava,

anzi, per meglio dir, piangea più forte.

Disse sua madre:

Permio, lasciami far!

Vedrai, figliol d'un cane

che ti faccio chetar. 

 

Quindi senza pietà, barbara e fella,

solo a parlarne il sangue mi s'agghiaccia,

corre in cucina e prende la coltella

e al proprio figlio suo taglia le braccia.

Dicea il bambino,

ohimè mi crepa il cuor:

Mamma, perché mi uccidi?

Pensa son tuo figliuol.

 

Questa senza pensar prende il paiolo

e al fuoco l'attaccò senz'altro dire

e sempre vivo prende il suo figliolo

e così dentro lo mise a bollire.

E quando vide

che tutto non ci entrò

ancor di più le gambe

la belva gli tagliò.

 

Ed il bambino in mezzo al gran dolore

disse morendo già in quell'ore tetre:

Mi uccidi, o madre mia, ma non hai cuore.

Avrebbe fatto piangere le pietre.

Diceva: O mamma,

Iddio ti punirà!

Ma lei lo volle cuocer

senza punta pietà.

 

E dopo cotto per saziar sue brame

quindi sul tavolino lo posava;

senza alcuna pietà la belva infame

coll'istessa coltella lo spaccava.

E poi di dentro

il cuore gli strappò

e senza alcun rimorso

la belva lo mangiò.

 

Dopo mangiato scrive un bigliettino

dicea: Marito mio, questo è il motivo,

per desinare mangerai Gigino,

che io l'uccisi perché fu cattivo.

E così scritto

non volle trandugiar

subito alla giustizia

si andiede a consegnar.

 

Torna il marito e resta stupefatto,

vide i carabinieri, i quali han detto:

Guardate vostra moglie cosa ha fatto.

E quindi gli presentan il biglietto.

Mentre lo legge

e vede il figlio là

cadde svenuto in terra

senza poter parlar.

 

E rinvenuto vede il suo bambino

che le braccia e le gambe avea tagliato:

era disteso sopra un tavolino

e al cuore, come dissi, era sbranato.

Chi ama i suoi figli

legger così dovrà

questa dolente storia

che esempio vi darà.

 

 

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 I fatti diversi

 

Oggi i quotidiani dedicano una o più pagine alla cosiddetta "cronaca nera", ma la naturale curiosità intorno ai fatti fuori dell'ordinario, ancora più intensa se si tratta di eventi violenti e tragici come la morte e i delitti, è sempre esistita. Per soddisfare questa sete di notizie, quando i giornali non erano ancora tanto diffusi e la gente leggeva poco, si potevano trovare nei mercati e nelle fiere foglietti e libriccini illustrati che raccontavano i cosiddetti "fatti diversi" cioè la cronaca nera di quei tempi. Erano prodotti molto poveri ma anche allora gli stampatori sapevano bene che, per attirare la massa dei lettori, bisogna insistere sugli aspetti più terrificanti e straordinari. Per rendersene conto basta scorrere alcuni titoli come, per esempio, Delitto infame avvenuto a Roma, Inaudito delitto di quattro assassini vestiti da frate avvenuto nei boschi di Palma nuova, Falsi carabinieri e carabinieri veri: fatto successo a un contadino, Un giovanotto tagliato a pezzi e dato in pasto a 36 maiali in Sardegna, Una ragazza assalita da tre giovani e vendicata dal fratello, Il terribile e spaventevole omicida Antonio Stifel, Il raccapricciante delitto di Moltrasio. Molti titoli insistono sulla parola "orribile": L'orribile scoperta nell'osteria di Belvedere, Orribile attentato di tre assassini ad una giovane diciassettenne, Orribile scena di sangue avvenuta nelle Marche, Orribili delitti commessi da un pericoloso latitante che uccise suo padre e altre due persone, e così via. Chissà poi quali erano i fatti reali a cui si riferivano; è vero che in alcuni foglietti si raccontano delitti rimasti famosi (per esempio Jack, l'assassino di Londra, detto lo sventratore di donne) ma più spesso i dati sui protagonisti sono incompleti e lo svolgimento dei fatti narrati sembra piuttosto inverosimile.
Purtroppo oggi non è facile trovare copie dei vecchi opuscoletti popolari di cronaca nera che, considerati di scarso valore economico ed artistico, venivano probabilmente gettati via dopo l'uso. Fa eccezione la Civica Raccolta di Stampe "A. Bertarelli" di Milano che conserva, fra l'altro, l' esemplare che qui vi presentiamo. Essendo andato perduto molto materiale non si può stabilire con certezza quando si è diffusa la moda di questi opusculi, anche perché molti di essi sono privi di data e lo stile popolare resta quasi invariato anche a distanza di decenni; comunque sappiamo che gli esemplari più antichi conservati alla Raccolta Bertarelli risalgono agli ultimi venti anni dell'Ottocento. Con maggiore precisione si può datare invece la fine del fenomeno, come testimonia una nota manoscritta che si trova in margine a un altro racconto in versi di Guido Langianni: "Impedita dalla polizia la diffusione di questo tipo di fattacci". Verso la fine degli anni Trenta, infatti, per presentare all'opinione pubblica un'immagine positiva dello stato italiano il regime fascista al potere aveva deciso che, se proprio i crimini non si potevano impedire, si poteva almeno fare in modo che nessuno ne sapesse niente. Allo stesso modo, poco dopo, furono proibiti la cronaca nera dei giornali e i romanzi gialli; per gli amanti del brivido e del delitto incominciò un lungo periodo di astinenza.

Ci risulta invece che in altri luoghi l'uso dei libretti popolari sia ancora diffuso. Nel 1987 potemmo constatarne l'esistenza nei mercati del nord del Brasile, citati anche dal grande romanziere Jorge Amado con il nome di "storie di cordel"  (la  nota dell'edizione italiana di Teresa Batista stanca di guerra specifica che si chiamano così perchè il venditore le espone al pubblico appese ad una corda).