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VERSI SCHERZOSI, INCOMPIUTI ED INEDITI, TROVATI FRA LE CARTE DI

FEDERICO RAVAGLI

ARCHIVIO DI CASA MORETTI - CESENATICO


(far scorrere il mouse sui links per evidenziare la variantistica)

 

1

Fu l'atto operatorio all'appendice
risolutivo no, ma dilatorio,
poiché‚ s'impose, in men che non si dice
un'appendice all'atto operatorio [con varianti]
Con un atto o con l'altro (oh, sì) rimedia
[...] (la scienza... non per me...Dio)
ma per la pancia mia quale tragedia!



2


Notturno
E l'insonnia il gran male che mi fotte
Sfido! Mia moglie russa tutta notte...
E soffia e ronfa e gracchia a non finire
Ed io l'ascolto, invece di dormire


3


Beata longeva paternità

Non l'aspettavo un figlio a sessant'anni
E a nove mesi da una malattia
che m'aveva sottratto ogni energia
tra vertigini, tosse ed aspri affanni

Pianse mia moglie quando fu sicura
di questa inaspettata gravidanza
sì che disse l'ostetrico:"Signora,
se di portarla a termine l'accora
se non le piace, se non ha interesse
ci sono tanti mezzi... se volesse...

Mia moglie no, non ascoltò il dottore
disse "Fiat voluntas tua, Signore" ...

Così un bambino florido m'è nato
un Angelo... Che Dio sia lodato!
Ma non vorrei che per Amor Divino
fra dieci anni nascesse .... un Cherubino

Se ciò m'accade... lascio queste amate
domestiche pareti e mi fo frate

4

Lengua e dialet

Mo 44 èn, lengua italiana
A i ò sempr'insignè cun gran passiòn
Zovan e cor e l'anma s-ceta e sana,
coma e vuleva e temp, a fˆ leziòn.

"Offendon della lingua la purezza
barbarismi idiotismi solecismi"
- a gieva a i mi sculèr cun santa stezza-
ma l'avviliscon più i dialettalismi

Non si dice :"Mia mamma m'  bravato,
me mi sa griva, vacci te, va là"
"...tutto suo padre: è tutto lui sputato..."
"...sparagna a te, a me cosa mi fa?"

Se Serantini un foss che gran scritòr
sustanziòs e rubòst, schietto e sereno,
a scola, me, puresta e professòr,
a i arèb dé non più di quattro meno.

Mo da quand, a stant'enn, andè in pensiòn
e un um n'importa più d'sculer e d'scol,
me a cred che propi sol par reaziòn
se scriv in rema, a scrivo in rumagnòl


5

Epurazione


Un giorno un poveromo gallonato
nel darmi un foglio disse con sussiego
che occorreva un'istanza al [?]
se non volevo perdere l'impiego

Quando lesse la carta tosto appresi
che avevo dieci giorni esattamente
per tutelare i miei diritti lesi
nel caso che credessi, in fede mia
di non aver commesso apologia

(Direi così): "Signori della Corte
io m'inchino alla legge di fortuna
ma prima di decider la mia sorte
vagliate le ragioni ad una ad una.

E' ver che la giustizia tutto pesa?
E' ammessa la legittima difesa?
Il reato del quale mi si accusa
in base a questi articoli e decreti
non può presso di voi trovare scusa
che valga... [lasciata incompiuta con varianti]

Nei vent'anni del lugubre regime
scusate, ma l'ho avuta una coscienza
che m'ha fatto risponder per le rime
che m'ha fatto peccar di coerenza
ho visto cose belle e cose brutte
queste ho taciuto e quelle ho dette tutte.

Ho vissuto sett'anni giù in colonia
facendo il precettore e il giornalista
nemico d'ogni pompa e cerimonia
non conobbi gerarchi che di vista
a scuola davo norme letterarie
sui giornali scrivevo cose varie

arte, strade, diritto, economia
costumi dei nativi e paesaggio,
battaglie del deserto, agronomia...
ho trattato argomenti in ampio raggio
ed ho lodato sempre in tutti i toni
il lavoro [sudato? privato?] dei coloni.

Se li aveste veduti voi, Signori
protesi alle fatiche più inumane
del ghibli equatorial sotto gli ardori
per [chiedere?] alla terra un po' di pane!
Io pensavo - e fremevo dalla rabbia -
c'è chi tien l'oro e a lor lascia la sabbia.

Se aver difeso un dì con argomenti
desunti da esperienza e da dottrina
contro l'avide brame dei potenti
l'opera proletaria e contadina
è tal delitto che merita una pena,
mettetemi, Signori, alla catena

Se chi con cuore aperto e fede rara
la causa perorò di quel paese
che ha redento il Gebal e la Sifara..

...l'apologeta è il vile adulatore
che s'inchina e s'umilia per denaro
e anela eccelse cariche o l'onore
di qualche posto comodo e preclaro
è l'affarista che, per far carriera,
in ogni tasca tiene una bandiera...

Ma chi passò la vita nel lavoro
e nulla chiese mai a chichessia
ne' suoi figlioli ha tutto il suo tesoro
Oh certo, non peccò d'apologia.
Nacque il fascio: io dicevo: rosa.. rosae...
è morto e dico ancor le stesse cose...


1 marzo '46 

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